Il vostro albero di Natale (del passato e del presente) | Nino Baldan - Il Blog

9 dicembre 2019

Il vostro albero di Natale (del passato e del presente)

Gli alberi di Natale: quali vi hanno accompagnato nel passato e nel presente?

Siamo ormai in pieno clima natalizio, e dopo aver testato le vostre preferenze dolciarie nel post panettone vs pandoro, l'attenzione si sposta su un altro simbolo del periodo festivo: l'albero di Natale. Com'è il vostro? Grande, piccolo, naturale, artificiale?
Ma soprattutto: come ricordate quello della vostra infanzia?
Ovviamente inizio io!


L'albero bianco


Un albero di Natale sintetico bianco
immagine da ivostore.it

Nei primi anni della mia infanzia il mio albero di Natale era bianco.
Completamente in plastica, la sua altezza non superava il metro e mezzo; ma la cosa che più mi rimase impressa era il colore, che ufficialmente simulava la copertura di neve, ma che agli occhi di un bambino appariva come un "difetto". Durante quel periodo ho sempre guardato con invidia le famiglie che addobbavano un albero tradizionale verde, come pensavo sarebbe dovuto essere. Le decorazioni provenivano dall'infanzia/adolescenza di mia madre, con palline rigorosamente in vetro più qualche accessorio in plastica come gli uccellini con la molletta, contraddistinti da colori scuri e ultra-saturi in puro stile anni '70.


Il ramo di pino


Un triste ramo di abete utilizzato come albero di Natale
immagine da darwinite-blog.com

Da bambino trascorsi un solo Natale lontano da Venezia, e più precisamente a Fiera di Primiero (TN) dove i miei nonni avevano un appartamento. Per rimediare l'albero mio padre si recò in un vicino boschetto, tagliò un ramo di pino e lo mise in salotto accanto al televisore. Il profumo era inebriante, ma il suo aspetto alquanto povero e spoglio. Non ricordo palline, ma una sola fila di luci racchiuse in grosse sfere di plastica colorata.

L'albero nell'immagine non è quello originale, ma rende alquanto l'idea.


L'albero vero


Ponte di San Felice, Strada Nuova, Venezia: la vendita degli alberi di Natale

Per qualche anno la mia famiglia optò per un albero vero, acquistato in Strada Nuova da un rivenditore che ogni anno espone pini e abeti vicino al ponte di San Felice. Le decorazioni rimasero quelle di mia madre, che anno dopo anno diventavano sempre meno, complice la mia sbadataggine nel maneggiarle e gli urti sempre più frequenti che facevano inclinare e piombare a terra l'intera struttura. Ma gli aghi che ad ogni caduta si spargevano per la casa spinsero i miei genitori verso un'altra soluzione.


L'albero grande


Pallina di Natale realizzata con la tecnica del patchwork
immagine da easymamma.net

Dopo che il salotto fu trasferito al piano di sopra, mio padre venne a casa con un enorme albero sintetico alto più di 2 metri. Lo piazzammo nello delle scale, dopo aver sistemato ai suoi piedi un tappetino verde a simulare l'erba. Era ai miei occhi l'albero definitivo, quello che ho ancora impresso nei miei ricordi quando si parla di feste, parenti e regali: per le decorazioni facemmo un mix tra le palline superstiti e una serie che mia madre realizzò con il patchwork, caratterizzata da un bellissimo effetto "trapuntato".

Un anno decidemmo di decorarlo con la frutta di plastica, ma la cosa più memorabile erano le cinque, sei file di luci a intermittenza, che mi trattenevano per ore al buio a pregustare l'apertura dei regali che, ai suoi piedi, attendevano di essere scartati.


L'albero attuale


Il mio attuale albero di Natale

Nella casa dove abito ora possiedo un albero sintetico, un po' più piccolo di quello che avevo da bambino, di colore verde e con decorazioni rosse e dorate.
Con l'arrivo della mia ragazza il range delle decorazioni si è ampliato, aggiungendo le luci colorate e pupazzetti di ogni forma e colore: sono così passato da un freddo elemento di design a un albero di Natale caldo, simpatico e personalizzato.

E voi? Quale albero avete in casa?
Quali sono stati gli alberi di Natale della vostra infanzia?
Pronti... via!

Nino Baldan


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36 commenti:

  1. All'inizio piccolino, molto anni '70.
    A casa dei nonni c'è stato per anni uno vintagissimo, ora è sempre piccolo ma nuovo (ha 3-4 anni) e alterniamo decorazioni anni '60-'70-'80 con quelle più moderne.
    A casa mia, dopo quello piccolo e spelacchiato, compranno (credo a metà o sul finire degli anni '80) il tipico albero di Natale in grande.
    Da addobbare con stelle filanti, luci, colori, come si usava all'epoca.
    Man mano, col passare dei '90, le decorazioni si sono tolte la patina "cafona" e oggi è decorato con più gusto (e tanti Thun XD)

    Moz-

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    1. Quindi sei passato anche tu dall'albero piccolo a quello grande :)

      E sì, ricordo anch'io quando si usavano (in ordine) cinque-sei file di luci, altri cinque o sei giri di fili oro e argento PIU' un ulteriore passaggio di perle :D
      Era un albero "chiassoso" ma che trasmetteva il clima della festa, sicuramente più degli alberi "di design" che ho avuto quando mi sono trasferito: freddi, impersonali, più "da negozio" - dove non bisogna scontentare nessuno - che di proprio gusto.

      Senza tornare agli eccessi di qualche decennio fa :D ho reintrodotto le luci e i pupazzetti...e devo dire che l'atmosfera che trasmette è tutta un'altra cosa :)

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    2. Vero, quelli minimal sono impersonali.
      Ah, i begli alberi tamarri anni '80 :)

      Moz-

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  2. Ciao Nino! Wow devo dire che (proprio vero che ogni persona ha gusti diversi ), io l'albero tutto bianco, da piccolo, lo vedevo invece come un elemento molto chic, raro, ultramoderno e quasi quasi lo desideravo al posto del tradizionale albero verde. Ad ogni modo noi in casa abhiamo avuto, diciamo dal 1977 al Rossini 1995, sempre lo stesso albero verde sintetico alto circa 1,5 metri e posizionato sopra un mobile/giradischi per dargli più maestosità. Questo dominio fu interrotto solo in 2/3 occasioni da un abete vero, comprato al mercatino del Lido e portato a casa (alla Bragora ) con non poca fatica da mia mamma e da una amica. Ne ricordo il profumo -delizioso, e i molti aghi che cadevano, anche per via del riscaldamento domestico che in un Natale pian pianino spogliò quasi del tutto il povero albero che rimase nudo 😊Dunque, dicevo, l'albero-base fu quello sintetico dalla mia nascita al 1995, che fu l'ultimo Natale con mio papà ancora in vita. Poi fino al 2003 non facemmo più l'albero, per mancanza di entusiasmo, diciamo. Nel 2003 cambiammo casa e allora riprendemmo la tradizione dell'albero, dopo averne acquistato uno nuovo, sempre sintetico, e sempre di un metro e mezzo. In tutto questo lasso di tempo,1977-2019, prendendo i due estremi, fino a qual che anno fa le decorazioni scelte erano un mix tra palline anni 70/80 plasticose, e palline in vetro degli anni 50/60, molto belle, ereditate da zie 3 nonne. Invece da 7/8 anni abbiamo fatto un restyling, puntando su decorazioni nuove, minimal, quasi tutte di colore rosso e aumentando il numero di luci colorate. In ogni caso direi che l'albero che più mi sta a cuore è quello del Natale 1985, che fu il Natale più emozionante, divertente, che io ricordi, con genitori, nonni (tranne nonna materna scomparsa nel 1984), amici di famiglia, e tanta allegria sincera e semplice. E se non erro era uno di quegli anni con l'albero vero.

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    1. Ciao Francesco! Che bello sentire i racconti di un mio concittadino ;)
      Per la cronaca: i miei primi alberi sono stati a San Canciano, mentre quello attuale si trova alla Bragora dove mi sono trasferito!

      Per quanto riguarda l'albero bianco, sono arrivato alla seguente conclusione: piace e affascina...chi a casa ha quello verde! :D Ma chi nei negozi, a scuola, a casa di amici, nei film ha sempre visto l'albero tradizionale... e a casa si ritrova quello bianco, vede la questione da un punto di vista totalmente diverso ;)

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    2. Eheheheh certo, cambia la prospettiva 😊Sappi che (bonariamente) ti invidio molto, caro Nino, per la tua attuale dimora in Bragora. È una cosa strana e per certi versi infantile, se vuoi, ma quando io da Salizada del Pignater giro l'angolo della Leli e da quello stretto varco entro in campo Bandiera e Moro, ho sempre un sussulto e la sensazione di essere nel posto più importante e insostituibile della mia vita. Con la consapevolezza, per tanti e vari motivi, che molto difficilmente potrò mai tornarci a vivere. 😢

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    3. Francesco, come ti capisco :( la zona dove siamo nati e cresciuti avrà sempre un posto importante nel nostro cuore... E anche a distanza di anni non smetteremo mai di sentirlo come "casa"...


      Io provavo la stessa sensazione quando scendevo dal Ponte dei Giocattoli (o venivo dalla Strada Nuova) e mi si apriva davanti la Salizada San Canciano :( e divento ancora più triste quando vedo come si è ridotta nel tempo...

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    4. Hai detto una grande verità,caro Nino. Le nostre zone di origine rimangono impresse nel dna di molti di noi. La Bragora ha il pregio, anche oggi, di essere una zona molto tranquilla, non è stata invasa da negozi di paccottiglia, se non in minima parte, ma semmai da un surplus di ristoranti e bar, che però almeno esteticamente mantengono un certo decoro ed equilibrio (pur essendo per lo più destinati a turisti). È, va detto, molto svuotata di residenti, mancano i bambini che giocano in campo (ma è un problema di tutta Venezia), alcuni personaggi/famiglie storiche resistono, alcuni di loro sono miei amici da sempre 😊

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    5. Sì, è vero: la Bragora è una zona che ha prevalentemente conservato la sua "venezianità". Finché non si esce in Riva, dove regna il caos più totale: è lì che ogni giorno sbarcano centinaia di gruppi prevalentemente asiatici, (o in alternativa le gite scolastiche) che nel pomeriggio si siedono per terra aspettando il lancione che li riporterà al Tronchetto. :(

      Ma rimanendo "all'interno", è una delle ultime zone di Venezia che ancora possiede un'identità!

      Per curiosità: dove abiti ora?

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    6. Abito alla Giudecca (prima stavo appunto alla Bragora, in calle Terazzera). Mi ritrovo nella descrizione della Riva degli Schiavoni, specie in estate calle del Dose diventa una sorta di pineta di schiere di turisti accaldati che sostano in attesa di reimbarcarsi sui lancioni...

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    7. La mia ragazza è originaria della Giudecca: in pratica ha effettuato il tuo percorso ma all'inverso :)

      A me la Giudecca piace proprio per la sua "autenticità", per essere ancora relativamente immune alla monocultura turistica. Ci sono ancora le botteghe, che nelresto della città si sono ormai estinte, non si incontrano bivacchi e a far da padrona è ancora la venezianità. Un'isola felice, nella quale passeggiare è ancora piacevole :)

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    8. Eheheh sì curioso questo 'scambio' di destinazioni. Certamente la Giudecca è vivibilissima, e ha alcuni angoli molto belli. Devo dire però che, sebbene mi ci sia ambientato,la vivo come qualcosa, anche oggi, di strano, di inafferrabile, in tutta franchezza non posso affermare che mi abbia mai conquistato. Il fatto che poi sia separata dal canale, dal resto della città, ne fa una sorta (almeno per me) di luogo che crea una barriera psicologica. È una cosa sciocca, lo so, perchè in tre minuti arrivo alle Zattere,è un qualcosa di irrazionale...

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    9. Anche una sola calle può fungere da "confine" tra quella che sentiamo come "casa" e il cosiddetto "mondo esterno" :) ma è vero, un canale senza ponti come quello della Giudecca amplifica non poco le cose :(

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  3. Anche per me finto, sono ambientalista (non come i gretini, ovviamente) e trovo uno spreco usare quello vero. Verde e sul metro e 60. Nel 2015 e quest'anno ho optato per i colori rosso e argento, dal 2016 al 2018 abbiamo mischiato anche col giallo, invece sto già pensando al prossimo, rosso e bianco, dato che 'sta casa è buia e con troppo legno (così raffreddo un po' l'ambiente).
    Per un periodo, mi pare nella seconda metà dei 90, abbiamo usato quello vero che poi alla fine delle feste veniva piantato in giardino (un paio ancora campano e sono diventati enormi), sparando di riprenderlo l'anno successivo ma mi pare ci siamo riusciti solo una volta.
    Per quello finto di fine anni 80/primi 90, compravamo la neve spry.
    Orribili quelli dai colori alternativi, sia per gli aghi che per gli addobbi. Viva il classico!
    Tristissimo il ramo! 😆 Mi ha ricordato quello dei miei nonni materni, che vivevano in un appartamento in centro e che per pigrizia ne mettevano uno già fatto, piccolo, sopra un mobile!

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    1. Per i colori degli addobbi, io mi sono stabilizzato sul rosso-oro perché mi suggeriscono maggior "calore", sicuramente più dell'accoppiata argento-blu o del total-white che vedo più da "negozio" che da focolare domestico :)

      Sì, il ramo era parecchio triste, e mi viene da ridere ancora oggi a pensarci! :D A distanza di anni, però, apprezzo il gesto di mio padre che ha voluto in ogni caso donare un po' di atmosfera natalizia suoi figli :)

      Quelli "già fatti" li ho visti anch'io, ma i più terribili secondo me sono quelli "parlanti", che cantano "Jingle Bells" oscillando a destra e sinistra. Nonostante esistano da decenni, ad ogni Natale c'è sempre qualcuno che - appena ne vede uno -scoppia in una fastidiosa quanto scontata risata di approvazione. XD

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  4. Uno grande a casa dei miei, comunque messo all'interno mai esterno, ora nel mio apparamento dove vivo con mia moglie abbiamo uno medio-piccolo, più grande non si può perché abbiamo 4 gatti che attentano quotidiniamente alle palline di Natale :D

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    1. Eh Fabrizio, gatti e albero di Natale non vanno esattamente d'accordo :D

      Ora in casa abbiamo un cagnolino, ma non corriamo alcun rischio perché sembra aver paura dell'albero (soprattutto con le luci accese) :)

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  5. Il primo ricordo che ho, mi riconduce all'odore degli aghi di pino,del Natale a casa dei miei. Era vero e grande, si comprava nel vivaio e durava anche più di una stagione se a mio padre riusciva il piantarlo in campagna. Le luci colorate e le decorazioni ci facevano compagnia per tutto il periodo delle feste. Quando mi trasferii a Milano, i primi anni, mantenni la tradizione dell'albero vero. Solo che qui, durava pochissimo e cominciava a morire subito dopo Natale. Per questo ci siamo convertiti a quello artificiale che dura, in media, almeno una decina d'anni. Il mio è alto 2 metri e 10 cm, le decorazioni sono, per la maggior parte, in vetro soffiato e colorato; ho una vera fissazione e ogni anno ne compro qualcuna nuova. Le luci sono calde e creano una bella armonia.
    Bellissimo post!

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    1. Anch'io da tempo mi sono convertito a quello artificiale, ma devo dire una cosa: il profumo che emana quello "vero" è un sinonimo di Natale, e un pochino mi manca...

      L'altro giorno sono passato davanti al mercatino degli abeti e ho riassaporato l'aroma della mia infanzia... certo, gli alberi "veri" non "durano", vanno cambiati ad ogni Natale, ma... quella magia...

      P.S.: il venditore di alberi è stato intervistato, e presto potrete leggere il pezzo ;)

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    2. Appena sarà pubblicato non tarderó a condividere il link ;)

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    3. L'ho letto, encomiabile il ragazzo, che porta avanti questa tradizione da decenni, anche senza guadagnarci granché,ma per il nobile propòsito di soddisfare i clienti veneziani. Confesso che non saprei distinguere un pino da un abete... 😆

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    4. L'ultima traccia dei Natali della nostra infanzia...
      Oggi pubblico un post con il link :)

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  6. Ah dimenticavo, quest'anno ho riesumato dal sottoscala un alberello (preso credo nel 1999 o nel 2000 e, ora che mi ricordo, utilizzato per 2/3 anni anche nella precedente casa) girevole, a corrente, con le luci a fibre ottiche. Siccome funziona ancora, lo abbiamo piazzato sul tavolo della cucina, vicino alla parete. È un di più, ma fa allegria.

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    1. Me li ricordo gli alberi in fibra ottica! Se non sbaglio, il loro periodo d'oro fu proprio a cavallo tra il vecchio e il nuovo millennio! :) Sbaglio o ultimamente si vedono meno?

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    2. Sì ho anch'io questa sensazione, anzi forse non si vedono quasi più, in giro. Probabilmente la diffusione delle lucine led, e in particolare di quelle a batterie, molto semplici da gestire e praticamente piazzabili ovunque, ne ha decretato il lento declino.

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  7. Bel post Nino, bella idea.
    Per anni in famiglia abbiamo sempre un albero vero, con le stesse decorazioni un po' retrò: grosse palline non di plastica, ma di vetro. Le lucine quelle piccoline, rosse e blu, le stesse più o meno utilizzate per il presepe.
    Da qualche anno, proprio per il problema degli aghi sparsi in salotto, abbiamo optato per un albero di plastica.
    Si è aggiunta qualche pallina e soprattutto più luci!
    L'albero è sempre posto vicino al pianoforte, in salotto :)

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    1. Grazie a te Riccardo per aver partecipato! :)

      Io le luci le ho reintrodotte quest'anno e per un semplice motivo: mi sono reso conto una volta per tutte che se mancano... non è Natale. Le luci scaldano il cuore, creano atmosfera in tutta la casa, e non c'è albero "minimal" o "di design" che regga il confronto con tre, quattro file di luci colorate che lampeggiano tra i rami :)

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  8. Mi ero persa questo bel post.
    Quest’anno il mio albero è di cartone e decorato con decori fatti da me e lucine.
    sinforosa

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    1. Grazie Sinforosa!
      Quando le cose le costruiamo da soli ci appaiono ancora più belle! :) Vuoi mettere la soddisfazione di dire "questo l'ho creato io con le mie mani"? :)

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  9. Il primo albero di Natale che ricordo in casa era davvero brutto e rovinato (era probabilmente ancora quello che usava mia mamma da ragazza) e le decorazioni erano nello stesso stato, con ghirlande spelacchiate e palline scolorite e ammaccate. Il tutto durò pochi anni: quando ero ancora bambino abbiamo fatto un rinnovo di tutte le decorazioni, comprando albero da un metro e ottanta (dello stesso colore del primo, verde), palline, lucine e ghirlande nuove. Negli anni successivi abbiamo comprato degli alberelli, di circa trenta centimetri, da mettergli dirimpetto, in cima a una libreria: il primo era verde, poi questo è stato preso in prestito a tempo indeterminato da una cugina e ne abbiamo ricomprato uno bianco della stessa misura. Questo alberello trabocca di decorazioni fino ad arrivare all'horror vacui! È un peccato non si noti subito, stando in cima alla libreria.
    Oggigiorno abbiamo comprato un altro albero di Natale da un metro e ottanta (il precedente si era usurato con il passare degli anni) e accanto alle palline ho aggiunto alcune decorazioni comprate al Disney Store raffiguranti Paperino e zio Paperone. Però a casa mia da anni nessun albero ha le lucine: da piccolo quelle che avevamo erano rotte e mi hanno fatto prendere la scossa, quindi sinceramente ora mi mettono più inquietudine che altro.

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    1. Ciao Eros e grazie per i tuoi ricordi :)

      Anch'io sono figlio di un'epoca passata e ricordo le lucine "di un tempo": grosse, con cavi e cavetti, che a toccarle ci si scottava le dita... La mia "scoperta" delle nuove tecnologie risale proprio a qualche settimana fa: ora le lucine sono tutte a LED, piccole, che non scaldano e consumano poco! Non ti dico quanta fatica ho fatto per trovare quelle che cercavo CON LA SPINA: ormai la maggioranza viene realizzata A BATTERIA, e chi le possiede mi ha garantito che una sola carica è sufficiente a coprire l'intero periodo natalizio :O
      Non sai quanto "vecchio" mi sono sentito :D

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