''Maledetta droga'': la canzone neomelodica (video) | Nino Baldan - Il Blog

25 gennaio 2020

''Maledetta droga'': la canzone neomelodica (video)

Il video di Maledetta Droga: l'autore è Patrizio Esposito, Gianni Celeste o Pino d'Angelo?

Da alcuni anni (precisamente dal 2008) gira il video di una canzone neomelodica dalle sonorità anni '80 intitolata "Maledetta droga". Il testo parla del dramma dell'eroina, mentre le immagini, più recenti, ci mostrano un ragazzo magro ricoperto di tatuaggi vivere la sua tossicodipendenza tra siringhe, furti e incontri con i pusher.

Molto si è detto di questo videoclip: chi ha apprezzato filo suo animo "neorealista" e chi lo ha additato come una parodia, per quanto involontaria, che scredita il problema della droga e chi ne è coinvolto. Ma scopriamone di più.

Innanzitutto il ragazzo ritratto nelle immagini non è l'interprete del brano, ma un attore. Il suo nome, come specificato nei titoli di coda, è Joe Franceschi, street artist romano classe 1975 che dal 2006 vive e lavora ad Amsterdam; le strade che si vedono nel video sono proprio quelle della città olandese.


L'artista romano Joe Franceschi, interprete del video di ''Maledetta droga''
immagine da mediamatic.net

La canzone scelta per il playback è "Maledetta droga", sulla cui paternità il web si trova diviso: c'è chi la fa risalire a Patrizio Esposito, in arte solo Patrizio, astro nascente della canzone neomelodica che ci ha lasciato nel 1984, stroncato a soli 24 anni da un'overdose di eroina. Qualcun altro sì, ammette che il pezzo fosse suo, ma la versione usata sarebbe una successiva cover di Gianni Celeste (com'è indicato nei credits) oppure di Pino D'Angelo, mentre altri sostengono che Patrizio Esposito non c'entri nulla in quanto il brano apparterrebbe a un poco conosciuto Enzo Conti.


Il video è oggettivamente "casereccio" ma proprio per questo molto "reale": dall'espressione della madre, tipica donna del Sud, che continua imperterrita le faccende di casa - tra  crocifissi e santini - fingendo di non vedere il figlio che le ruba dal borsello fino al momento dell'iniezione, che il regista Marco Galmozzi ha fatto sapientemente coincidere con l'assolo di chitarra elettrica.

Come Joe Franceschi ha specificato nei commenti su Youtube, gli intenti erano quelli della denuncia - sebbene una parte del pubblico possa averlo frainteso.

La canzone in sé è orecchiabile, molto anni '80, con un testo non troppo distante dall'italiano, di conseguenza comprensibile anche a chi per motivi geografici il napoletano non lo mastica.


Stanco morto senza fare niente me ne torn a casa
C'è mia madre preoccupata che mi dice: "Dai, riposa"
Poi mi trovo 'rind ò liett stes con un ago appeso
Chesta dos ca m pass pè vven, effett m fa

Maledetta droga sì a ruvina mia
Me distrutto bene chista vita mia
Ero innamorato di una donna che
Non mi cerca più, è tutta colpa tua

Chisti 18 ann che m n'aggia fa
Se nu valn niend senza libertà
Ormai l'aggiu pers, sond schiav e te
sultant e te

Guardo nel borsello di mia madre, impazzisco io
Ho bisogno di una dose per vivere a modo mio
E se ho fatto questo sbaglio è per sentirmi un altro io
E adesso quando chiudo gli occhi vedo tutto buio, addio

Maledetta droga sì a ruvina mia
Me distrutto bene chista vita mia
Chist 18 ann che m n'aggia fa
Si a padrona tu, m po cumannà

Disintossicarmi tanto vorrei
Ma da un giorno all'alto ci riproverei
Sono l'uomo che prende comandi da
Una polvere bianca ca m fa murì 


E voi? Conoscevate la canzone e il relativo video?
Un appello va a tutti i lettori che fossero a conoscenza della vera storia del pezzo: per favore condividete le informazioni!

P.S.: agli amici di Napoli chiedo scusa per eventuali inesattezze sul testo che ho trovato in rete. Se ci fossero errori non esitate a comunicarmelo!

Nino Baldan


Leggi anche:

. 12 canzoni politicamente scorrette del passato

. Essere "vecchi" a 35 anni? Considerazioni

. Le 12 cose che pensavo da piccolo (seconda parte)

Tutti i post sugli anni '80

Nessun commento:

Posta un commento