Il ''fioretto'' di maggio tra punti fedeltà, gelati e canzoni travisate | Nino Baldan - Il Blog

26 maggio 2020

Il ''fioretto'' di maggio tra punti fedeltà, gelati e canzoni travisate

Il fioretto di maggio dedicato a Maria, con punti fedeltà, gelati e Butters di South Park

Torniamo nella Venezia popolosa e ridente dei primi anni '90 e riviviamo quello che a maggio era l'appuntamento pomeridiano di tutti i bambini: il "fioretto".
Non sto ovviamente parlando di scherma ma di una preghiera quotidiana accompagnata da fidelizzazione: timbri, tessere e bollini avrebbero permesso a ogni bimbo di ottenere un gelato.

C'è da dire che viviamo ormai in un mondo secolarizzato: certi discorsi sembrano appartenere a epoche lontane e faranno pure sorridere i giovanissimi, ma nei decenni passati la religione godeva ancora di un ruolo predominante nella nostra società. Ciò proveniva da generazioni di bisnonni, nonni e talvolta genitori che proprio nella parrocchia avevano incentrato la loro vita: guai a contraddirli, guai a mostrarsi come la pecora nera della famiglia che interrompeva la tradizione senza frequentare la messa, il catechismo e, nel mese di maggio, il tradizionale "fioretto". Soprattutto chi come me andava in una scuola cattolica: la "Imelda Lambertini" di San Canciano, gestita dalle suore domenicane e chiusa nel 2003.

Il libro/diario del ''fioretto'' di maggio della Parrocchia di San Canciano a Venezia

E quando le giornate iniziavano ad allungarsi, quando il sole dava i segnali di un'estate ormai alle porte - e di un anno scolastico ormai agli sgoccioli - già si sapeva che dal lunedì al venerdì sarebbe scattato il "fioretto"Era arrivato maggio, il mese dedicato a Maria, e tutti avremmo dovuto essere "più buoni", compiere quell'atto di rinuncia, di altruismo, di generosità che veniva proprio definito "fioretto": "che fioretto hai fatto oggi?" "fai un fioretto" - frasi che si incasellavano perfettamente nella mia idea naive che la religione fosse una faccenda a punti. E a "fioretto" ci andavo volentieri, cercando di dare il meglio, di primeggiare su chi lo vedeva come una noiosa formalità da espletare prima di essere "liberi" per il resto del pomeriggio.

Chiesa di San Canciano a Venezia
immagine da it.wikipedia.org

Per rendere più appetibile l'idea di un'ora di canti e recita del rosario, la parrocchia di San Canciano aveva escogitato una fidelizzazione non diversa da quella adottata da pizzerie, gelaterie e supermercati: ogni bimbo disponeva di una tessera sulla quale, a ogni appuntamento, sarebbe stato apposto un timbro, un bollino o un tassello che avrebbe composto un'immagine della Madonna (non per dirla alla Jovanotti ma perché rappresentava la Vergine).

Immagine della Madonna composta da vari tasselli che avrebbero dato diritto a un gelato

Solo possedendo la scheda completa si avrebbe avuto diritto a un gelato, offerto il 31 maggio direttamente dal parroco. Per nulla al mondo avrei potuto avere buchi o mancanze: avrei dimostrato a tutti i costi di essere il bravo ragazzo che nonna, mamma e zie avrebbero voluto e avrei scalato posizioni nell'invisibile classifica per il Paradiso, crogiolandomi nella soddisfazione che quel cono me lo fossi guadagnato da solo, senza pesare in alcun modo sulle spalle dei genitori.

Timbri apposti sull'apposita tessera del ''fioretto'' di maggio

Durante il "fioretto" recitavamo l'Ave Maria e parlavamo del bel gesto del giorno prima, annotato diligentemente su un diario fornito dal parroco. Ma il mio ricordo più forte, oltre all'incenso e all'umidità della chiesa, riguarda la canzone che ci facevano ascoltare, e che a distanza di trent'anni son felice di aver ritrovato con la stessa intro melodica e avvincente di quei tempi.


La consunzione della cassetta aveva influito sulla fedeltà-audio al punto da farci capire solo il ritornello:

O Maria, maestra di umiltà,
o Maria, sei madre di bontà;
sei la madre di Dio e dell'umanità:
Tu sei colei che ha detto «sì!»

Tutto il resto era un nonsense in qualità citofono, tant'è che all'inizio della seconda strofa invece di "gemma" compresi "Geova". Mia madre mi sgamò mentre la canticchiavo in casa e mi disse esterrefatta che non era possibile che in chiesa si parlasse di quelle cose; evidentemente mi erano rimasti impressi i discorsi delle nonne che si scagliavano contro chi, appunto, aveva abbandonato il cattolicesimo per diventare di Geova.

Ma il giorno più bello era il 31, quando, con la tessera ormai completa, si assisteva con orgoglio all'ultimo "fioretto" dell'anno pregustando il momento in cui si lasciava la chiesa e si veniva abbagliati dal sole: era allora che l'indimenticabile Don Bruno raccoglieva i bambini e li conduceva nel bar dove li aspettava l'agognato premio. E quel cono aveva per me il sapore di un diploma, di una laurea: ce l'avevo fatta con le mie forze, giungendo finalmente al termine di un ciclo che mi avrebbe in qualche modo elevato.

Fioretto: ho fatto il segno della croce prima di dormire

Analizzando a distanza di tre decenni le sensazioni e le emozioni di quei momenti non posso che paragonarmi a Butters: il bambino di South Park convinto che essendo buono e pregando la sua vita si sarebbe risolta per il meglio - venendo in cambio scavalcato, prevaricato e subendo le più tragicomiche delle ingiustizie.

Butters di South Park con il suo inseparabile amico sacerdote
immagine da forbes.com

Sarà per quello che è proprio Butters il mio personaggio preferito. 


E voi? Andavate a ''fioretto''? Scrivete i vostri ricordi nei commenti!

18 commenti:

  1. In effetti, Nino... questo ricordo è inquietante perché è una vendita della fede, vera e propria.Un po' ricatto morale, un po' raccolta punti...
    E il tutto? Una canzone che nemmeno capivi. L'importante era indottrinare...

    Moz-

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    1. Che dire, Miki... analizzando la situazione con gli occhi di un trentenne non posso che darti ragione... Da te non esisteva il "fioretto"? Da noi era una pratica comune e diffusa, e qualunque cosa che gravitasse intorno alla Chiesa era considerata "buona e giusta"...

      E sai come le nonne chiamavano il catechismo? "dottrina": "sei andato a 'dottrina'"? "guarda che bravo questo bambino che va a 'dottrina'". Mamma mia... sembra di parlare un'altra epoca... quando in realtà sono solo passati trent'anni...

      E questa impostazione ha lasciato dei segni indelebili nella mia personalità, non tanto per i suoi insegnamenti - "rispetta il prossimo tuo", "fai del bene", "impara a perdonare" - quanto per la sua successiva disgregazione: mi sono trovato a perpetrare un "allineamento legale" in una società totalmente orientata verso un "allineamento caotico" ("io faccio quello che voglio", "fanculo gli altri", "io penso per me").

      Probabilmente se mi avessero mandato a "scuola di furto" avrei raggiunto dei traguardi migliori... :D

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    2. Sì, anche qui da me (zona materna, centro Italia) la chiamavano la Dottrina. Che appunto fa ben capire dove volessero andare a parare.
      Il fioretto sì, si faceva ma in tranquillità, disinteressata.
      C'era anche la "buona azione quotidiana" scoutistica, spero di averne fatta anche più di una :D

      Moz-

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    3. Tra l'altro mi è capitato uno scatolone con tutti i disegni che mi facevano fare da bambino: PACCHI di "Gesú è il mio pastore", "Lode al Signore", "Alleluia"... All'epoca era la cosa più normale di questo mondo, ma chiunque oggi li guarderebbe con inquietudine definendoli inDOTTRINAmento forzato dei bambini ;)

      Ma la cosa più triste è stata scoprire che chi NON avesse seguito quella via possedeva quasi una marcia in più... nel senso: io che ero osservante se avevo una caramella la donavo (= zero caramelle per me); chi non era osservante si teneva la sua e si prendeva anche quella di un altro (= due caramelle per lui).

      Se TUTTI avessimo seguito quegli insegnamenti sarebbe un mondo idilliaco, perfetto, utopistico...forse in Giappone, non certo nella società arraffona e individualista come quella italiana :D

      E ancora oggi per "colpa" della religione mi faccio problemi a pretendere anche quello che mi spetterebbe di diritto :D

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  2. Un post originale e molto vero, caro Nino. Giorni fa sono passato per campo Bandiera e Moro, e vedendo la porta della Chiesa aperta, mi sono affacciato, notando che, dopo il lockdown, sono Riprese le Messe. C'erano, da una sommaria analisi della situazione, solo pochi presenti, tutti anziani, penso si trattasse del fioretto, comunque, evolvendosi nel pomeriggio di un giorno di Maggio (anche perché, lì, alla Bragora, da quel che so i bambini non fanno più catechismo, nè hanno messe appòsite, essendo stato tutto ciò accorpato nella Chiesa di San Martino). A parte questo, ricordo con affetto i mesi di maggio anni 80 e 90, quando andavamo al fioretto, ogni pomeriggio, recitando catene infinite di Ave Maria. C'era l'incenso, vero, e talvolta mi pare di aver fatto il chierichetto. Tutto questo fino alla prima comunione, ma credo anche fino alla cresima, ogni maggio ecco i Fioretti. Poi il tutto non veniva accompagnato da particolari condotte morali, tutto sommato finiva lì, in quella mezzoretta giornaliera in chiesa. E intanto dal campo provenivano rumori di divertimento, di calci al pallone,e non si vedeva l'ora di uscire a giocare Ahahahah! Per noi nessun premio finale, solo qualche rosario di plastica, distribuito durante le Messe. Era una parrocchia piuttosto povera, Ahahahah, praticamente senza un vero patronato, che si limitava a una stanza dotata di un paio di biliardini e un tavolo da ping pong, fine (in realtà c'era anche una parte retrostante, con dei vecchi giochi abbandonati e una Corte interna con canestro, ma vietatissima perchè si diceva ci fossero le pantegane). E a noi bambini arrivavano i racconti del ricco e polifunzionale patronato di San Fracesco della Vigna, dotato di tante sale, campi di calcio e di basket, biliardini, addirittura tavoli per il Subbuteo! E ne eravamo invidiosi...). Comunque io non sono cresciuto in una famiglia troppo religiosa, più che altro si facevano le cose di Chiesa, diciamo, per tradizione, che per fermo convincimento. E infatti dopo la cresima ho sostanzialmente abbandonato l'ambiente.

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    1. Affascinante il ricordo della corte VIETATISSIMA :D
      Anch'io condivido con te l'esperienza di un patronato "povero" (il cortiletto con la pozza d'acqua stagnante, il calcio-balilla con un portiere sostituito da uno stecco di legno legato con lo scotch), ma in compenso c'era una comunità "ricca" di catechisti e animatori (che erano anche i genitori dei miei compagni di classe). A San Canciano la messa era animata dalle chitarre, si organizzavano "fioretti a premi", cacce al tesoro ecc

      Nemmeno la mia famiglia era troppo religiosa; lo era nella generazione precedente, e probabilmente l'andare a messa, a catechismo e a "fioretto" era più legato al mantenimento delle tradizioni... Non credo che una giovane coppia di oggi mandi i suoi figli in chiesa con la stessa frequenza che accadeva trent'anni fa: sarà anche per quello, oltre che per lo spopolamento, che molte parrocchie hanno chiuso o si sono "accorpate".

      Personalmente mi sono allontanato da quell'universo dopo la Cresima, in concomitanza con l'avvicinamento della religione agli ideali politicamente corretti degli anni '90... o forse stavo solo crescendo...

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    2. Anche alla Bragora ricordo il catechismo per adulti, diciamo, con genitori che gestivano gruppi di preghiera. Ai tempi, comunque, era una parrocchia bella consistente, a livello numerico, la domenica la Chiesa era sempre piena, con anche i canti dei giovani, le chitarre...Solo che il parroco di allora era molto austero, poco lungimirante verso i bambini, e così le attività per le generazioni più piccole si limitavano al minimo. Ti posso confermare che oggi molte giovani coppie non impongono nulla ai figli in tema religioso, ho un cugino sposato, con due figli, la più piccola dopo la Comunione non ha Più voluto andare a catechismo, rinunciando a prepararsi per la cresima, che non farà,e tutto ciò è stato accolto benissimo dai genitori.

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    3. La generazione che ci ha preceduto era "religiosa" più per rispetto per i genitori che per altro: non mandare il figlio a catechismo sarebbe stato visto come un SACRILEGIO :)

      Ma quando i nonni sono mancati, quel "legame" si è spezzato: conosco tante coppie che non hanno MAI mandato il bimbo a messa...

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  3. Grazie a te A.J. per il tuo interesse :)

    La questione-religione è un fatto spinoso: siamo nel 2020, abbiamo accesso ad ogni informazione e certe "credenze" non attecchiscono più... ma è altrettanto vero che non ci sia più un "faro" a guidare soprattutto i giovani: quel ruolo è ormai passato alle mode e alle aziende che le dettano...

    La mia scuola elementare è stata chiusa per due motivi: 1) lo spopolamento di Venezia 2) la crisi delle vocazioni: mancavano nuove suore che insegnassero gratis, e assumere solo personale laico avrebbe fatto lievitare la retta. Se vuoi leggere di più sulla "Imelda Lambertini" ecco il mio articolo su "La Voce di Venezia". Tra l'altro, la chiusura della scuola ha portato a un impoverimento dell'intera area: con lei hanno abbassato le serrande panifici, alimentari e negozi di giocattoli...il luogo idilliaco dove sono cresciuto non esiste più.

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  4. Intendi sullo spopolamento di Venezia? Ti ho risposto nell'altro post :)

    Se vuoi approfondire ulteriormente, leggi il mio libro "Topolini, Kombattini, Bim Bum Bam. E' un triste resoconto di quanto - nel giro di pochi anni - siano venute a mancarmi tre cose:
    1) la mia infanzia;
    2) la società degli anni '80 e '90;
    3) la mia città.

    La mia ex scuola ora non ha neppure più la targa: al suo posto c'è un buco sull'intonaco; da veneziano voglio che queste cose si sappiano, che Venezia non è sempre stata la "Disneyland low cost" dei giorni nostri ma una città viva e popolosa.

    Il problema è proprio che il 99% di chi viene qui SE NE FREGA, anzi, chiede "a che ora chiude Venezia", "come si esce da Venezia", "dov'è l'area pic-nic" come fosse un parco a tema qualunque, senza dimenticare che in questo "parco a tema" molte persone hanno vissuto la loro infanzia, giocato a pallone, comprato le figurine... e ora non vivono più qui: la casa dove sono cresciuti è diventata un b&b e il loro ex-posto di lavoro vende magneti a 0,70 euro.

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  5. Ciao ...da me ricordo che fare un fioretto intendesse dire di adottare un comportamento indulgente, fare una specie di voto per ottenere una grazia da Dio.
    Non ho ricordi di messe in funzione del fioretto ...che poi da quello che scrivi mi sembrano più che altro la recita del rosario
    Mah...la religione effettivamente una volta aveva molto più peso di adesso anche nelle scuole non solo per la parentesi catechismo/dottrina .
    Adesso si è passati alla situazione opposta ...sinceramente non saprei dirti se è un bene o un male.
    Ciao

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    1. Sì, era la recita del rosario, ma accompagnata da canti e condivisione della "buona azione" del giorno precedente :)

      Comunque è vero: siamo passati da un estremo all'altro...
      Tu che sei padre... come vedi la "presa" della religione ai giorni nostri? All'epoca TUTTI andavamo a catechismo... Adesso? Quanti ci vanno?

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  6. È “obbligatorio” fino alla Cresima.
    Lo virgoletto perché dalla prima media non so quanti genitori riescano a mandare il figlio al catechismo, visto l’impegno che c’hanno i ragazzini con la mole di compiti.
    Quest’anno con la pandemia pure il catechismo è dovuto saltare.
    Sinceramente non so quanto venga “ sentito” dai ragazzini.
    Comunque pure con mia figlia han fatto per due anni ( 4-5 elementare) l’espediente del premio legato alla frequenza in chiesa la domenica.
    Le catechiste volevano ad ogni lezione che i ragazzini portassero il foglietto della messa della settimana, come prova che c’erano stati.
    Alla fine chi più frequentava durante l’anno vinceva qualcosa ...tipo un braccialetto con l’effigie di Maria.
    Ma lo scoprivano solo alla fine ...altrimenti non so quanti avrebbero partecipato😜
    Meglio il tuo gelato

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    1. Quindi il catechismo "c'è ancora" :) però hai ragione: non è più "sentito" come ai nostri tempi... Una volta ad esempio non c'era bisogno di un "escamotage" per la messa: CI SI ANDAVA perchè ERA "PECCATO" NON ANDARCI :D

      Insistevo che mia madre mi portasse anche quand'eravamo in villeggiatura :)

      P.S.: sì meglio il gelato! ;)

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  7. Credo che il catechismo ci sia ancora, non so bene, però, con quali modalità venga fatto... E riguardo alla Messa, ai tempi a noi bambini le catechiste raccomandavano, qualora non avessimo potuto partecipare alla cerimonia domenicale (ad esempio per impegni di famiglia, gite, ecc.), di andare am quella del sabato pomeriggio... ovviamente questo ammonimento sortiva scarsissimi effetti 😁

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    1. Io invece ci andavo :D
      Pensa che per ANNI non mi sono mai perso una messa: un dovere IMPRESCINDIBILE nella convinzione che qualcuno, un giorno, ne avrebbe tenuto conto :D

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    2. Capisco! Beh in un certo senso anche il candore e la semplicità degli occhi di un bambino possono, chissà, aver inciso su questa devozione. Poi crescendo si cambia...scoprendo anche i lati poco edificanti della Chiesa e della sua organizzazione...

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