Venezia: coronavirus e turismo. Siamo sicuri che tutto tornerà presto come prima? - su ''La Voce di Venezia'' | Nino Baldan - Il Blog

16 aprile 2020

Venezia: coronavirus e turismo. Siamo sicuri che tutto tornerà presto come prima? - su ''La Voce di Venezia''

Venezia pre-coronavirus: Via Garibaldi affollata

Uno scenario peggiore della Grande Depressione del 1929”: queste le parole del direttore generale del FMI Kristalina Georgieva per definire l'impatto del coronavirus sull'economia mondiale. Uno dei settori che più degli altri risentirà della pandemia sarà il turismo - in maniera particolare Venezia, che proprio dei grandi numeri ha fatto il suo punto di forza. Quale sarà il futuro di una città che nel 2019 ha ospitato 28 milioni di persone?
Ma soprattutto: siamo davvero sicuri che tutto tornerà presto come prima?

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Ringrazio come sempre Paolo Pradolin, Mattia Cagalli e l'intera redazione del giornale per lo spazio che mi è stato concesso!

Nino Baldan

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10 commenti:

  1. Leggevo della proposta di ampliare i corsi universitari ospitando così gli studenti dove ora dormivano i turisti..comunque la vedo molto dura la ripresa

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    1. Sì, Fabrizio, avevo letto anch'io... È comunque una soluzione "di ripiego", visto che gli studenti non garantirebbero gli stessi introiti di un'affittanza da 100/150 € al giorno... C'erano in piedi subaffitti, subappalti, cooperative, imprese di pulizie... e le professioni correlate erano sempre più "al ribasso": turni no-stop, straordinari non pagati, disponibilità 24/7 perché "i turisti possono arrivare a qualsiasi ora".

      Senza i 28 milioni di visitatori che tenevano in piedi il tutto avremo, per forza di cose, un reset totale dell'economia veneziana.

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  2. Letto l'articolo. Qualcosa cambierà ma comunque secondo me si tornerà agli assembramenti, è impossibile non crearne... Poco a poco, ma ci si tornerà.
    Solo che effettivamente quest'anno la vedo molto molto dura per il turismo, in generale. Sarà una catastrofe ma non sono pessimista.

    Moz-

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    1. Eh, Miki, è probabile, soprattutto ricordando che siamo "ITAGLIANI" e quindi poco propensi alle regole... Ma anche se ciò si verificasse, penso sempre che l'86% dei turisti che si recavano Venezia erano stranieri; di conseguenza, assembramenti o no, fino alla riapertura delle frontiere (che attualmente risulta improbabile) non ci sarebbero i numeri per riportare la situazione a quella pre-coronavirus.

      Di conseguenza... sì, sarà una catastrofe, in particolare per quelle attività a basso margine che confidavano sui numeri...

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  3. Non so ..oggi mia moglie mi diceva che sembra addirittura che tra le disposizioni che dovrà adottare un ristorante per rispettare le nuove norme anti contagio ci sia quella di mettere una barriera di plexiglas che garantisca la nuova distanza di sicurezza di due metri.
    Stessa distanza che dovrebbero tenere i commensali allo stesso tavolo.
    È assurdo.
    La vedo dura per Venezia per chi ha un’attività in proprio come ristoratori e albergatori se non si riuscirà a trovare un vaccino o quanto meno una cura in brevi tempi
    Ciao .

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    1. La penso come te... L'economia veneziana si basava sui grandi flussi, e per far fronte agli affitti si sperava inevitabilmente sul "pienone". Un ristorante che - nella migliore delle ipotesi - dovrà DIMEZZARE i coperti non riuscirà a sopportare le spese e chiuderà.

      Il vaccino arriverà non prima del 2021... e nel frattempo? Difficile che un negozio di souvenir, uno snack bar, un pasta-to-go riesca a convertirsi alla clientela locale...

      Penso che se la pandemia fosse scoppiata negli anni '80 e '90 (con molti più residenti e tantissime botteghe "di vicinato") il contraccolpo sarebbe stato senz'altro minore... Nella mia zona gli unici che lavorano sono gli alimentari, tra cui uno - fortunatamente - appena aperto... ma a San Marco?

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  4. Chissà, caro Nino. Penso che per almeno un paio d'anni, non vedremo Venezia invasa da milioni di presenze turistiche. Poi tutto tornerà, temo, come prima.

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    1. Caro Francesco, almeno fino alla scoperta del vaccino le carovane e gli accampamenti non li vedremo più... Confido però nella nascita di una mentalità "nuova" nel viaggiare e nel compiere gli spostamenti, pretendendo più igiene, pulizia e meno affollamenti.

      Come dopo il colera di fine '800: non disporre di fognature era divenuto impensabile.
      Chissà...

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  5. E' impossibile. Il turismo tornerà di massa solo con il vaccino. E lo dice uno dei più ottimisti-fiduciosi.
    Nei ristoranti mettere 5 tavoli invece che 15 si può fare (nel ristorante vicino casa ad esempio i tavoli sono già abbastanza distanziati), il problema è che a fine mese i conti non torneranno...di sicuro il personale verrà ridotto.
    Gli alberghi tutto sommato dovrebbero cavarsela, ma con quali turisti?
    Io non andrei mai in vacanza sapendo di poter prendere il virus.
    Poi più che altro Veneto ed Emilia Romagna sono tra le regioni colpite, tipo in Calabria per me a giugno il virus non esisterà più...

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    1. L'intera filiera turistica dovrà reinventarsi offrendo meno posti, più qualità e alzando inevitabilmente i prezzi... Viaggiare tornerà un lusso per pochi, o comunque una scelta ponderata da effettuare dopo mesi - o addirittura anni - di risparmi: esattamente com'era una volta.

      I viaggi e le strutture low-cost non avranno i margini per adeguarsi, questo è poco ma sicuro (e a Venezia sarà un'ecatombe, considerata la quantità di b&b e sistemazioni economiche sorte negli ultimi anni). Anche da voi c'era la stessa situazione?

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