Film dal titolo... originale: cinema e adattamenti italiani - terza parte (di Alessio Carmignani) | Nino Baldan - Il Blog

15 febbraio 2020

Film dal titolo... originale: cinema e adattamenti italiani - terza parte (di Alessio Carmignani)

Collage di copertine originali con a fianco quella italiana

Eccoci al terzo appuntamento con la rubrica "Film dal titolo... originale: cinema e adattamenti italiani"!
È di nuovo con noi Alessio Carmignani, che ci presenterà altri 12 titoli reinterpretati e stravolti per il pubblico nostrano. Siamo pronti per un'altra carrellata di mostruosità?

Rieccomi di nuovo con voi a parlare dell’adattamento italiano dei titoli di film stranieri, operazione che come avete già capito dai precedenti articoli a volte è azzeccata e altre volte ha destato più di qualche perplessità. Negli ultimi anni capita più spesso che il titolo rimanga in versione originale e grazie a questo molti errori sono stati evitati, ma a volte è stato necessario tradurlo o cambiarlo per renderlo più familiare o attraente agli occhi del pubblico italiano. Spesso però si sono verificati dei casi particolari. 
Andiamo ad analizzarne alcuni.


La locandina di ''Field of dreams'', in italiano ''L'uomo dei sogni''

Nel 1989, quando Kevin Costner era all’apice del successo, uscì “Field of Dreams”, film più introspettivo e dall’atmosfera surreale, in cui interpreta il ruolo di un agricoltore che sembra vivere dei sogni a occhi aperti. Nonostante la storia sia bella purtroppo il film non ha sfondato come quelli da lui precedentemente interpretati. In Italia si è pensato bene di sfruttare la popolarità dell’attore, che allora era considerato un sex-symbol, cambiando il titolo in “L’uomo dei sogni”, anche se in realtà quello originale faceva riferimento al campo da baseball che il protagonista costruisce.



La locandina di ''My girl'', in italiano ''Papà, ho trovato un amico''

Il film “My Girl” del 1991 subì un cambio di titolo negli USA ancora prima di uscire. Doveva intitolarsi “I Am Woman”, a ragione in quanto la protagonista del film è Anna Chlumsky, ma il ruolo minore dell’amico compagno di giochi fu affidato a Macaulay Culkin, che era più famoso in quanto reduce dal successo planetario di “Home Alone” dell’anno prima. Così sfruttando questo successo è stato cambiato il titolo che pur facendo sempre riferimento a lei, fa credere che il protagonista sia lui. In Italia invece si sono ispirati al titolo “Mamma, ho perso l’aereo” (sempre perché presente Macaulay Culkin) e hanno intitolato il film “Papà, ho trovato un amico”, più soft in quanto destinato ai ragazzini e più azzeccato in quanto riporta la prospettiva dalla parte della protagonista.



La locandina di ''My girl 2'', in italiano ''Il mio primo bacio''

“My Girl” ha avuto anche un sequel nel 1994, intitolato semplicemente “My Girl 2”, nonostante abbia poco a che vedere con la trama, perché ha sì gli stessi protagonisti, tranne il personaggio di Macaulay Culkin ovviamente, ma è tutt’altra vicenda, essendo tra l’altro la protagonista cresciuta. In Italia questo film è stato intitolato “Il mio primo bacio”, forse per attirare le adolescenti. Ma fuorviante è stato tutto in entrambi i film, dal titolo alla locandina, in quanto sembrano incentrarsi su una love story quando invece il rapporto tra i ragazzi nelle vicende è più marginale. Insomma in questo caso si può dire che l’errore arriva direttamente dagli USA e tra le attenuanti possiamo aggiungere che in Italia il titolo del primo film è migliore e quello del secondo è diverso in quanto la storia si distacca un po’ dal primo.



La locandina di ''Jacob's ladder'', in italiano ''Allucinazione perversa''

 Il film “Jacob’s Ladder” del 1990 nel titolo fa riferimento addirittura a un passo della Bibbia in cui Giacobbe sogna una scala che porta in paradiso (ladder = scala) e Jacob è anche il nome del protagonista. Certo, il titolo tradotto alla lettera sarebbe stato un po’ troppo enigmatico, ma adattarlo in “Allucinazione perversa” è stato un tantino fuorviante. A primo impatto ci si aspetta un film erotico quando invece le allucinazioni del protagonista si possono definire piuttosto macabre e violente. E’ facilmente immaginabile perché sia stato utilizzato l’aggettivo perverso e perché sia stata aggiunta nella locandina l’immagine della coprotagonista.



La locandina di ''Intouchables'', in italiano ''Quasi amici''

Faccio un salto ai giorni nostri per parlarvi del bellissimo film francese “Intouchables” del 2011. Tradotto sarebbe diventato “Intoccabili”, ma con questo titolo, già usato per il famoso film del 1987 di Brian De Palma, la gente si sarebbe confusa. Essendo quindi quel titolo… Intoccabile, è stato creato “Quasi amici”, che ci può stare anche se non si comprende del tutto quel “quasi”.



La locandina di ''Made in Dagenham'', in italiano ''We want sex''

Rimanendo tra i film più recenti, non posso non segnalare “Made in Dagenham”, film del 2010 ambientato nel 1968 in Dagenham, appunto, che è un quartiere di Londra, dove delle operaie che lavorano in fabbrica in condizioni precarie si ribellano e scioperano per ottenere gli stessi diritti degli uomini. Arrivato in Italia il titolo rimane in inglese ma viene cambiato in “We want sex”, tra l’altro con una scritta talmente grande nella locandina da non lasciare spazio ad altre interpretazioni. Qui oltre alla banalizzazione è evidente che chi ha deciso il titolo non ha nemmeno visto o capito il film perché vediamo sì le operaie con uno striscione di protesta ma dove c’è scritto “We want sex equality”. Non oso immaginare cosa avranno pensato certi spettatori trovandosi di fronte a tutt’altro film. 



La locandina di ''The perks of beings a wallflower'', in italiano ''Noi siamo infinito''

Questo film del 2012 di Stephen Chbosky intitolato in originale “The Perks of Being a Wallflower” è stato tratto dall’omonimo libro scritto dal regista stesso. Alla lettera significa “I vantaggi di essere un ragazzo da parete”, un modo di dire nel Regno Unito per indicare un ragazzo timido, che alle feste non si butta nella mischia ma rimane in disparte a osservare, appoggiato alla parete appunto. In effetti in Italia sarebbe stato difficile dire tutto in tre parole, così è diventato “Noi siamo infinito”, che tra l’altro in originale è anche il sottotitolo del film. C’è chi dice che il titolo sia banale e chi invece sia più appropriato dell’originale. A me personalmente tutto sommato non dispiace. 

  

La locandina di ''Lost in translation'', in italiano con il sottotitolo ''L'amore tradotto''

Un altro caso eclatante è quello del film “Lost In Translation” del 2003, con Bill Murray e Scarlett Johansson, una commedia un po’ malinconia e un po’ romantica di due persone che si trovano in a Tokyo per lavoro, pur non conoscendo la lingua giapponese. Ora, capisco che “Lost in Translation” sia uno stato d’animo non bene traducibile in italiano perché indica la sensazione di chi si sente solo in un paese straniero perché non capisce la lingua, ma da qui a sottotitolarlo “L’amore tradotto” ce ne vuole. Ma che vuol dire? La parola “amore” non può mancare nel titolo, e questo ormai lo sappiamo, ma tradotto… In che senso?



La locandina di ''Beetlejuice'', in italiano sottotitolato ''Spiritello porcello''

L’adattamento del titolo di questo film rientra di sicuro nella categoria di quelli ai quali viene aggiunto un sottotitolo del quale però se ne farebbe a meno. “Beetlejuice” infatti, film del 1988 con Michael Keaton, chissà perché diventa in Italia “Beetlejuice – Spiritello porcello”. Sì, avete letto bene. Oltre a essere inutile è pure fuorviante. Io stesso non lo vidi perché mi immaginai una commedia sexy, quando invece è un film tipico di Tim Burton, geniale, visionario e in questo caso anche brillante.



La locandina di ''Rise of the planet of the apes'', in italiano ''L'alba del pianeta delle scimmie''

Anche per la trilogia reboot del “Pianeta delle scimmie” ci sono stati dei cambi non proprio azzeccati.
Il primo film, “Rise of the Planet of the Apes” del 2011, in Italia è stato tradotto “L’alba del pianeta delle scimmie” e fin qui ci poteva stare visto che il senso rimane lo stesso (rise = ascesa).

La locandina di ''Dawn of the planet of the apes'', in italiano ''Apes revolution - il pianeta delle scimmie''

Nel 2014 però è uscito il sequel col titolo “Dawn of the Planet of the Apes”, che alla lettera significa proprio “L’alba del pianeta delle scimmie”. In Italia dunque il titolo è stato cambiato in “Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie”, tra l’altro metà inglese metà italiano.

La locandina di ''War for the planet of the apes'', in italiano ''The War - il pianeta delle scimmie''

Infine il terzo, “War for the Planet of the Apes” del 2017, seguendo il precedente stile è diventato “The War – Il pianeta delle scimmie”.


Mi fermo qui, ma potrei continuare con tanti altri casi più o meno eclatanti. Anche perché oggigiorno, nonostante siamo nel 2020, continuano a capitare cambi di titolo quantomeno azzardati.


Grazie per l’attenzione e mi raccomando… Controllate sempre il titolo originale prima di valutare un film e di andarlo a vedere al cinema… Potreste scoprire e capire cose che non immaginavate.

Alessio Carmignani
ritornoalfuturo.it
alessiocarmignani.it



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